Presso il Ministero degli Affari Esteri si è svolta la sessione “La Diplomazia dello Spazio: Strumento di Politica estera e Motore di Crescita” degli Stati Generali della Space Economy, evento promosso dall’Intergruppo parlamentare per la Space Economy, presieduto dall’On. Andrea Mascaretti.
La Tappa di Roma degli Stati Generali della Space Economy 2025 si è concentrata sul ruolo crescente della diplomazia spaziale come strumento strategico di politica estera e motore di crescita economica. In un contesto globale di forte competizione tecnologica, gli accordi internazionali sono diventati leve fondamentali per costruire un ecosistema spaziale che promuova il Sistema Paese, l’internazionalizzazione delle imprese e il trasferimento transfrontaliero di competenze tecnologiche.
Il presidente della Rete delle Imprese dell’Aerospazio-Difesa del Lazio, Jacopo Recchia, intervenendo durante i lavori ha spiegato che:
“Credo che il primo passo sia mettere le PMI nelle condizioni di competere davvero, e questo significa agire su tre fronti: strutturale, finanziario e strategico.
Sul piano strutturale, bisogna favorire la creazione di reti d’impresa e filiere integrate, dove le piccole aziende possano collaborare tra loro e con i grandi gruppi. Da soli è difficile avere massa critica, ma insieme si può generare valore tecnologico e capacità industriale spendibile anche sui mercati internazionali.
Sul piano finanziario, servono strumenti dedicati all’internazionalizzazione, accessibili e calibrati sulla realtà delle PMI: fondi per la partecipazione a progetti europei, supporto alla certificazione internazionale, e un rafforzamento del ruolo di enti come SIMEST e CDP per sostenere investimenti e presidi all’estero.
Infine, sul piano strategico, dobbiamo coinvolgere le PMI nelle grandi politiche industriali nazionali ed europee, non solo come fornitori, ma come attori riconosciuti di innovazione e competenza.
In questo modo potranno anticipare i trend, allinearsi ai grandi programmi continentali e diventare parte integrante della catena del valore europea.
Nel mio caso, con la rete di 50 imprese tecnologiche nel Lazio che presiedo, stiamo proprio lavorando su questo: fare sistema, creare massa critica e visione comune, per portare il nostro know-how tecnologico anche fuori dai confini nazionali”.











